QUARANTAQUATTRO DISCHI DEL 2016

Da un paio di mesi ho compiuto 44 anni. Ergo i 44 album, o mini album, che ho ascoltato di più nel 2016: non i migliori ma quelli che mi hanno tenuto compagnia meglio, in rigoroso ordine alfabetico. Le parole stanno a zero. Cliccate sui titoli abbottati (leggasi in corsivo-grassetto) e ascoltate i pezzi. Se qualcosa vi stuzzica non esitate a comprare il disco, meglio se in vinile.

 

The Barsexuals - Black Brown and White ALLAH-LAS Calico Review (Mexican Summer)
A MINOR PLACEThe Youth Spring Anthology (Lost Without Your Love)
AVVOLTOIConfessioni di un povero imbecille (Go Down)
THE BARSEXUALSBlack Brown and White (Disco Futurissimo/Dead Music)
BIG MOUNTAIN COUNTY / LAMESplit (Annibale Records)

 

Bikes - Bikes BIKESBikes (Alien Snatch!)
DAVID BOWIEBlackstar (Sony)
THE BRADIPOS IVThe Parteno-Phonic Sound of the Bradipos Four (Goodfellas)
BRONCHODouble Vanity (Dine Alone)
BT’sBustin’ Out (King Rocker/Southpaw)

 

William S. Burroughs - Let Me Hang You WILLIAM S. BURROUGHSLet Me Hang You (Khannibalism/Ernest Jenning Record)
CAFE RACERCafé Racer (Dumpster Tapes)
CHOKE CHAINSChoke Chains (Slovenly/Black Gladiator)
THE DEVILSSin, You Sinners! (Voodoo Rhythm Records)
THE FAT WHITE FAMILYSongs for our Mothers (Without Consent/Fat Possum)

 

Inutili - Elves Red Sprites Blue Jets THE GENTLEMENTSHobo Fi (Area Pirata)
THE HANGEE VUnderwater Serenades (Teen Sound)
HIS CLANCYNESSIsolation Culture (Maple Death/Tannen)
INUTILIElves, Red Sprites, Blue Jets (Aagoo)
JACK OBLIVIAN AND THE SHEIKSThe Lone Ranger of Love (Mony)

 

The Madcaps - Hot Sauce LEATHER TOWELIV (Aarght!/HoZac)
LUCYFER SAMLucyfer Sam (Area Pirata)
LUMPY & THE DUMPERSHuff My Sack (La Vida Es Un Mus/Anti Fade)
THE MADCAPSHot Souce (Howlin’ Banana)
MEET YOUR DEATHMeet Your Death (12XU Records)

 

The Murlocs - Young Blindness MIND SPIDERS ‎- Prosthesis (Dirtnap)
THE MURLOCSYoung Blindness (Flightless)
NANCYA Nice Package (Erste Theke Tonträger)
PERSONAL AND THE PIZZASPersonal And The Pizzas (Slovenly)
THE PUKESThe Revenge of… The Pukes (Dumpster Tapes)

 

Sleeping Beauties - Sleeping Beauties RAVI SHAVIIndependent (Almost Ready)
SANTA MUERTEBig Black Sister (MiaCameretta)
SAPINSmell of a Prick (Howlin’ Banana/Beast)
SEUSSSeuss (Autoproduzione)
SLEEPING BEAUTIESSleeping Beauties (In The Red)

 

The Sueves - Change Your Life SICK THOUGHTSLast Beat of Death (Goodbye Boozy/WITS)
SORGELa guerra di domani (La Tempesta)
THE SUBURBAN HOMES… Are Bored EP (Total Punk)
THE SUEVESChange Your Life (HoZac)
TERRYHQ (Upset! The Rhythm)

 

Uranium Club - All Of Them Naturals TY SEGALLEmotional Mugger (Drag City)
TOMY & THE COUGARSThis is Porn (Surfin’ Ki)
URANIUM CLUBAll of Them Naturals (Static Shock/Fashionable Idiots)
VANITYDon’t Be Shy (Katorga Works)

KAVIAR SPECIAL

KAVIAR SPECIAL
(Azbin/Howlin’ Banana)

KaviarSpecial_KaviarSpecialA Rennes deve tirare un’aria niente male visto che stanno spuntando come porcini gruppi “garage” maledettamente interessanti. Tra i meglio mangia baguette della Bretagna è da annoverare questo giovane quartetto che cavalca spavaldo l’indie-garage e il post-punk in bassa fedeltà. Tanto meravigliose sono le spaccate melodiche dal passo power-pop di Dating A Slut, Summer e Paradide, quanto stupefacente è l’abbraccio sonico che i quattro stringono attorno al punk deviante di Bored To Death, Poison Cake e Please Don’t Come In. Nel mezzo colano liquami fuzz (Sabadidon), frattaglie surf-punk (Ptit Cul) e bollicine indie docg (#1). The Fresh & Onlys, parafrasando ben più noti colleghi. Un esordio col botto in vinile bianco da sturbo. Portiamoci avanti ché non vale la pena aspettare hipsterismi vari.

L’album omonimo dei Kaviar Special, la cui recensione è stata pubblicata su RUMORE di febbraio 2014, è uno dei dischi d’esordio che mi hanno più colpito nell’ultimo paio d’anni.

Con molta umiltà e sempre con la massima ironia

Ogni tanto mi chiedo che senso abbia scrivere di musica, al di là del rifocillare il proprio stupido ego. Per quanto mi riguarda codesto hobby è uno sprone a non adagiarmi, a continuare a scovare piccole etichette e minuscoli gruppi sperduti chissà dove che producono grande musica. E poi, “con molta umiltà e sempre con la massima ironia”, come favella il mio illustre conterraneo Rocco Siffredi, tentare di raccontarlo per iscritto.
cover Natural ChildOk. In questo giro parliamo della Jeffery Drag Records, una piccola etichetta di Nashville nata nel 2009, che di recente ha stretto un accordo di collaborazione con il gruppo Frenchkiss. Tra le ultime pubblicazioni (ad oggi sono circa 20 le uscite discografiche) ci sono tre 7” molto diversi tra loro. I NATURAL CHILD, che provengono sempre dalla città in cui ha sede la Gibson, sono un trio di blues-rock elettrico consanguineo a mostri sacri quali Neil Young, Bob Dylan e Stones. Il loro è il classico sound vintage, senza tempo, come ci mostra Mother Nature’s Daughter che alterna delicate armonie vocali ad una psichedelia sussurrata e nostalgica. La preghiera pagana Bodyswitchers Part II spinge ancor più sul lato malinconico non facendosi mancare un tocco di epicità nel finale.
cover MajesticoTutt’altro il mood dei MAJESTICO, sensuali alfieri di un garage‘n’roll strafottente e glammoso che cavalca una psichedelia allegra e niente affatto pallosa (perché, diciamolo, la psichedelia spesso fa due palle così!). Bando alle ciance, questo è un grandissimo EP con dentro 4 pezzi un migliore dell’altro. All’esplosione di weird garage stoogesiano della title track Love Is God segue il riottoso stomp-blues Gimme Love che fa pensare alla Blues Explosion in modalità punk, con tanto di organista fuori di melone. Boom Boom e Bright White Lady mescolano le carte in tavola, rendendo evidente la potenza sessuale del r’n’r quando domina il soul e lo sodomizza a colpi di groove e violente stilettate glam. Dei Majestico e del suo gagliardo frontman Graham Fitzpenn sentiremo parlare presto, c’è da scommetterci.
cover Western MedicationDalla capitale del Tennessee arrivano anche i WESTERN MEDICATION che con il 7” d’esordio rimettono al centro il post-punk dei Wire e, più in generale, la wave affilata proveniente dalla Terra d’Albione tra i ’70 e gli ’80. The Painted World, che dà il titolo all’EP, nel suo essere calligrafica e quasi joydivisioniana ne è la prova lampante. Meglio quando sorge il sole, si scioglie il ghiaccio e irrompono la zampata fuzz punk Big City e il caos r’n’r di Problem In DC. In chiusura il miglior pezzo del lotto, 50 Ft. Dive, algido ma non troppo e con interessanti aperture melodiche affogate nel riverbero. Ottimo il basso pulsante che tiene in piedi la baracca, così come la batteria incerta che ne mina l’equilibrio quel che basta da renderlo quasi perfetto.

Pezzo pubblicato su RUMORE #252 di aprile 2013.

La città del fuzz

cover Dirty CupcakesL’ho scritto di recente e lo riscrivo prepotente: nonostante i Bare Wires abbiano fatto 4 album uno più bello dell’altro, sono implosi nella (colpevole) indifferenza generale. Per fortuna Matthew Melton si è subito ributtato nella mischia coi Warm Soda e ha pure messo su la Fuzz City Records partita in quarta con il 7” EP I Want It delle DIRTY CUPCAKES. Le tre fanciulle mezze nipponiche che paiono le Shonen Knife affogate in un barattolo di marmellata, spaccia(va)no un divertente garage-pop-punk in technicolor deflagrante nella title track ma anche lo-fi e fangoso (Total Trash) che piace alla gente che piace.
cover Burnt OnesAl numero due del catalogo ci sono i BURNT ONES di San Francisco, un trio di glam bastardo che in Protection Circle decolla come dei Jesus  and Mary Chain particolarmente caramellosi, dei T-Rex infognati negli umori odierni della Bay Area o come le New York Dolls in estasi con cassa dritta, chitarre distorte e una voce conturbante da post down. Black Leather or Furs nel lato B è un bel esempio di garage-punk sleale e sleaze martella tempie con quel basso imbottigliato che sembra percosso da un idraulico intento a suonare un sifone in plastica propilenica attaccato ad una cassa armonica metallica.
cover Adam WidenerSi torna a leccare zucchero filato e a bere tequila salata con l’esordio solista di ADAM WIDENER, socio di Melton nella gestione dell’etichetta e con un passato negli Zygoteens, nei Plexi 3 e nei sopraccitati Bare Wires. Uno, insomma, che certo power pop sradicato lo conosce bene e lo ha frequentato ancora meglio. Chitarrine twangy, melodie viziose in bassa fedeltà, ritmi incalzanti, bubblegum punk a fior di pelle e groove analogici esplodono nei 5 pezzi dell’EP 7” che riportano alla memoria l’ultimo periodo dello sfortunato Jay Reatard. Occhio ché siamo al cospetto di un songwriter coi fiocchi di cui sentiremo parlare, forse.
cover Part TimeL’ultima band scovata dalla Fuzz City risponde al nome di PART TIME, una mosca bianca nel catalogo dell’etichetta di Oakland con il loro synth-pop d’antan che sa di new wave popular degli anni ‘80. Non vado matto per queste sonorità, ma devo ammettere che i ragazzi di San Francisco riescono a smarcarsi dai clichè truzzi del genere con una cupa leggerezza mai stucchevole (Seashells) e soprattutto un bel beat psych jazz riposante (She’s My Lover), come peraltro hanno già dimostrato nelle precedenti prove discografiche targate Burger e Mexican Summer Records.
cover FuzzDalla città del fuzz, passo e chiudo con l’uomo del fuzz. Sì, proprio lui, Ty Segall che in combutta con l’amico Charlie Moonheart (o Charles Moothart che dir si voglia) ha salutato il 2012 pubblicando a nome FUZZ un saporito 7” su Trouble In Mind già sold out. Come ai tempi dei Traditional Fools, Ty percuote i tamburi con la furia di un marmista bergamasco imbottito di coca urlando al microfono con parsimonia (This Time I Got A Reason) per non rubare la scena ai riffoni pesanti tra Sabbath e Blue Cheer del compagno di merende. Il pezzo sul lato B parte più pacato per deragliare dopo un paio di minuti. Immaginatevi un’ipotetica scena in cui Baretta stufo di tenere lo stuzzicadenti tra le labbra lo usasse per seviziare il pappagallo Fred e non sarete molto lontani dal mood di Fuzz’s Fourth Dream.

Pezzo pubblicato su RUMORE #250 di febbraio 2013.