THE HECK – stile e ferocia del garage punk sonico

Il 7 maggio uscirà su Soundflat Heck Yeah!!, il nuovo album degli olandesi The Heck, che ho avuto la fortuna di ascoltare in anteprima: ed è una bomba. Così mi è tornata in mente la breve chiacchierata con il cantante-chitarrista Henri Sulmann finita su Rumore di settembre 2020.

Non occorre tornare indietro fino agli Outsiders per parlare di dutch garage rock. Due dei più interessanti gruppi garage contemporanei arrivano proprio dall’Olanda: mi riferisco a E.T. Explore Me e agli Heck di Henri Sulmann, il trentottenne consulente finanziario del nord est dei Paesi Bassi, a uno sputo dalla Bassa Sassonia, che negli ultimi 15 anni ha fatto pratica con No-Goods, Miracle Men e De Keefmen. Dal 2017 Henri guida l’incendiario power trio con la divisa d’ordinanza da cameriere Sixties. Uno stile vintage che va di pari passo con la ferocia sonica ben distribuita nel primo album Who?, pubblicato nel 2019 dalla Dirty Water, e nei due singoli che anticipano il nuovo album in uscita a primavera sulla tedesca Soundflat.


“Il nostro ultimo singolo Shit On The Radio è un atto d’accusa contro l’attuale sistema radiofonico olandese”, mi dice Henri, “dove passano sempre gli stessi artisti paludati 24 ore al giorno. Nemmeno un’ora alla settimana è dedicata a gruppi più piccoli, e non parlo solo di Sixties garage ma anche di hip hop. Fa male l’idea che tutto debba adattarsi al formato radio”.
Anche perché quello degli Heck non è un garage vetusto e derivativo tout court. I tre prendono a morsi la modernità e shakerano melodia indie, facendosi guidare dalle buone vibrazioni del passato. Il bassista René Katerbarg suona un vecchio quattro corde Crucianelli, Henri imbraccia una Eko 500 del 1962: “Adoro il suono caratteristico delle chitarre vintage. Questa Eko mi ha rapito immediatamente e poi ha un aspetto fantastico con tutti quei bottoni e la finitura gold glitter. Nei live porto un’altra chitarra italiana, una vecchia Welson color red sparkle”.