Mi pare che RUMORE di aprile sia il numero più compiuto del nuovo corso. O almeno è quello che a me piace di più, nonostante la copertina sia quella che mi piaccia di meno. In entrambi i casi, una questione di gusti. Curiosamente è il numero, sempre del nuovo corso intendo, a cui ho collaborato maggiormente: se così si può dire ché, in realtà, il mio contributo è comunque marginale.
Ho fatto un piccolo focus sui Frowning Clouds, la recensione espansa del nuovo album dei Bare Wires e quelle regolari di Ausmuteants e Inutili: tutti gran bei full length. E ancora le recensioni dei 7”, la mia grande passione, di Lenz, Trio Banana, Cozy e Johnny Ill Band. Come al solito ho cianciato anche di un libro, la raccolta di short stories di musicisti indie italiani Cristalli Retroilluminati.
Penso che la strada imboccata da Rossano sia quella giusta, soprattutto l’unica percorribile per rimanere a galla. Rumore di aprile è un numero a fuoco, fitto, sul pezzo pur non essendolo. Condivido ogni singola riga dell’editoriale del direttore-percussore che qui esce le palle. Blatto è Blatto e il suo My Tunes coi “negretti” sorridenti è sempre uno spasso. Con l’intervista a Simon Price, Cianfriglia scrive un altro capitolo del suo costruttivo “saggio” sulla critica rock. Ballani ci serve su un piatto d’argento la rentrée dei Pixies, simbolo del ritorno in pompa magna degli anni ’90 che anche in Italia ha risvegliato la Seattle della Sicilia con i nuovi lavori discografici di Denovo e Flor. C’è un bel dossier sull’imminente Record Store Day e il meglio del fumetto underground italiano. Claudio Sorge ci racconta, e ci fa raccontare dai diretti interessati, l’incredibile afro-punk detroitiano dei Death. Poi ci sono le consuete, interessanti rubriche di Baronciani-Messina-Beatrice-Averame-Santi-Pomini-Pecorari, una montagna di recensioni, il cinema, i libri, ecc.
Fate in fretta, l’edicola vi aspetta.