Amelie Tritesse a Roseto degli Abruzzi

Con gli Amelie Tritesse abbiamo fatto l’ultimo concerto il 21 ottobre del 2016. A poco meno di un anno di distanza ci rifacciamo vivi venerdì 1 settembre, al Lido Mediterraneo di Roseto degli Abruzzi. E se la matematica non è un’opinione questo sarà il 46esimo concerto della piccola banda nata più o meno per caso 10 anni fa.

Non era nei programmi tornare a suonare dal vivo a breve, abbiamo da poco registrato i pezzi che andranno a finire nel nostro secondo album e l’idea era quella di aspettare l’uscita per poi iniziare a fare qualche scorribanda sui palchi.

Ma all’invito dei ragazzi del MIT – Musica Inedita Teramana non potevamo dire di no. Sarà un piacere condividere il palco con gli Inutili (almeno me li vedo finalmente dal vivo per intero) e con il giovane cantautore La Nausea. Forza Teramo.

Tutt’altro che inutili

INUTILI
Music to Watch the Clouds on a Sunny Day
Aagoo Records

InutiliImprovvisazione, negromanzia, detriti post-punk, psichedelia ipnotica, indigestione di arrosticini e di kraut(i) garage-rock. Questa è la cifra del secondo 12” del quartetto abruzzese, di Teramo, che si produce in due suite-jam di 20 minuti ciascuna capaci di farci scorgere le nuvole anche in una giornata di sole che spacca le pietre. Il basso di Fry Your Brain culla e ondeggia come una gondola, intorno sembra di ascoltare un combo fake jazz turco in uno scantinato di Berlino Est sul finire dei ’70 con la Stasi che irrompe per far pulizia. Tutt’altra storia il funk vellutato post elettroshock messo in scena in Drunk of Colostro. Dopo i Father Murphy la Aagoo Records del New Jersey pesca nel nostro Paese un altro gruppo di spostati mica da poco. E ancora una volta ci facciamo riconoscere. Bene, molto bene.

Gli Inutili sono un gruppo di bruciati della mia città. Ci conosciamo. Mi piace il loro delirio lisergico e free. O se preferite alla cazzo di cane. Sono di parte, lo so. Ma hanno inciso il loro secondo vinile per un’etichetta americana seria che anche un tale di nome Julian Cope ha incensato (leggete qui). Quella sopra è la recensione che ho fatto per RUMORE di aprile 2014.

Facciamo Rumore

Rumore Magazine_aprile_2014

Mi pare che RUMORE di aprile sia il numero più compiuto del nuovo corso. O almeno è quello che a me piace di più, nonostante la copertina sia quella che mi piaccia di meno. In entrambi i casi, una questione di gusti. Curiosamente è il numero, sempre del nuovo corso intendo, a cui ho collaborato maggiormente: se così si può dire ché, in realtà, il mio contributo è comunque marginale.

Ho fatto un piccolo focus sui Frowning Clouds, la recensione espansa del nuovo album dei Bare Wires e quelle regolari di Ausmuteants e Inutili: tutti gran bei full length. E ancora le recensioni dei 7”, la mia grande passione, di Lenz, Trio Banana, Cozy e Johnny Ill Band. Come al solito ho cianciato anche di un libro, la raccolta di short stories di musicisti indie italiani Cristalli Retroilluminati.

Penso che la strada imboccata da Rossano sia quella giusta, soprattutto l’unica percorribile per rimanere a galla. Rumore di aprile è un numero a fuoco, fitto, sul pezzo pur non essendolo. Condivido ogni singola riga dell’editoriale del direttore-percussore che qui esce le palle. Blatto è Blatto e il suo My Tunes coi “negretti” sorridenti è sempre uno spasso. Con l’intervista a Simon Price, Cianfriglia scrive un altro capitolo del suo costruttivo “saggio” sulla critica rock. Ballani ci serve su un piatto d’argento la rentrée dei Pixies, simbolo del ritorno in pompa magna degli anni ’90 che anche in Italia ha risvegliato la Seattle della Sicilia con i nuovi lavori discografici di Denovo e Flor. C’è un bel dossier sull’imminente Record Store Day e il meglio del fumetto underground italiano. Claudio Sorge ci racconta, e ci fa raccontare dai diretti interessati, l’incredibile afro-punk detroitiano dei Death. Poi ci sono le consuete, interessanti rubriche di Baronciani-Messina-Beatrice-Averame-Santi-Pomini-Pecorari, una montagna di recensioni, il cinema, i libri, ecc.

Fate in fretta, l’edicola vi aspetta.