È cosa buona e giusta sostenere la scena musicale locale?
Sì, ma non sempre. E mi spiego meglio.
Tutti noi, chi più chi meno, ci riempiamo la bocca con questa orrenda parola che è “meritocrazia”. Ma poi, magicamente, ce ne dimentichiamo quando si tratta di nostri compaesani che imbracciano uno strumento musicale e suonano qualcosa di vagamente somigliante al rock.
Tutti noi, chi più chi meno, siamo dei Meat Puppets. E non mi riferisco ai fratelli Kirkwood, bontà loro.
Pertanto io non mi sento di sostenere proprio un bel niente solo perché, chessò, con il batterista tal dei tali ci incontriamo dal pizzicagnolo sotto casa, al bassista X mi lega una parentela di terzo grado, il figlio del chitarrista Y va in classe con mia figlia o il fratello del cugino della cognata del prozio di mia moglie canta in una band che ha in scaletta una mezza cover di That Girl dei Mummies. “A me checcazzo me ne frega a me”, citando il prode Maccio Capatonda.
Chiarito ciò questo week-end mi vado a vedere con piacere due bei concertini locali, di gente che stimo come musicisti al di là del legame amicale che mi lega loro. Entrambi i concerti, peraltro, si tengono a L’Officina a cui sono legato per diversi motivi: in tutta onestà non è secondario il fatto che il locale mi stia dietro casa.
Si inizia venerdì 31 ottobre con il concerto di presentazione di MenoPause, primo album ufficiale delle WIDE HIPS 69 sulla benemerita Area Pirata Records. Nell’occasione sarà anche proiettato in anteprima il videoclip di Bipolar Disorder per la regia di Josh Heisenberg che è un altro di quelli bravi assai: due piccioni con una fava. Su questa eccellente party band garage’n’roll mi sono espresso più volte e non voglio ripetermi. Daniela, Lorena, Cristina e Luciano sono dei grandi; e non solo per via dell’età.
Il giorno dopo, sabato 1 novembre, è la volta dell’esordio live di THE DEAD MAN SINGING, il progetto che Paolo Marini ha messo su per omaggiare i suoi eroi canterini passati a miglior vita. Paolo è un caro amico, l’avrò visto dal vivo un centinaio di volte (una metà di queste eravamo sul palco assieme con gli Amelie Tritesse) e devo dire che uno dei concerti migliori fra tutte le sue incarnazioni musicali l’ho visto proprio quando era da solo, a San Benedetto del Tronto. Quindi sono molto curioso, nonché fiducioso.
Se ci siete ci vediamo a L’Officina. Mi trovate nelle adiacenze del palco o del bar.