LE RAGAZZE DI SIVIGLIA FANNO A GARA A CHI LO PIGLIA
Era da un po’ che gli amici Antonio (Welcome In The Shit Records) e Alessio (Singing Dogs e Primitive Records) mi chiedevano di scrivere qualcosa sulla loro fanzine delinquentistica Mimetics, di cui sono uno sfegatato fan. Non potevo farli aspettare ancora così mi sono fatto una chiacchierata con un altro amico, Nacho della spagnola Saturno Records.
Per avere una copia cartacea fumante della zine scrivete a antoniomasci@live.it o acdog@hotmail.it.
In seconda liceo ci portarono a vedere Il Barbiere di Siviglia in teatro. Mi feci due coglioni grossi come due hangar. Qualche mese dopo partimmo in gita scolastica. Sul Pullman qualcuno iniziò ad intonare “In Spagna c’è un torero che c’ha un cazzo lungo e nero, le ragazze di Siviglia fanno a gara a chi lo piglia…”. Divenne la canzone ufficiale della gita. Da ragazzetti stupidi e ripetitivi quali eravamo, la cantavamo sempre e in ogni occasione. Venticinque anni dopo mi trovo davvero a Siviglia. E non per vedere se le ragazze competono per pigliarselo in quel posto. Sono qui con la mia dolce metà per visitare una città e una Regione (l’Andalusia) di una bellezza abbacinante. Tra l’altro abbiamo fatto Bingo ché a Siviglia questa settimana si tiene la X Edizione del Festival De Cine Europeo.
Prima di partire, come sempre, ho fatto una ricerca sui posti fondamentali per noi drogati di r’n’r: negozi di dischi, locali, etichette. E ho scoperto con gioia che l’ottima Saturno Records fa base proprio nella città che sorge sulle rive dell’immenso biscione d’acqua che è il Guadalquivir. Contatto subito l’etichetta prima via e-mail, poi per telefono. In un inglese da comiche riesco a fissare un appuntamento. Con Nacho, uno dei due boss della label, ci vediamo a Las Setas de la Encarnación, una piazza sopraelevata coperta da una mastodontica struttura in legno a forma di fungo, frutto della mente lisergica dell’architetto tedesco Jürgen Mayer-Hermann. Nacho gestisce lì un negozietto di biscotti. Mi presento con addosso la t-shirt della Goodbye Boozy Records. Lui mi riconosce subito.
Ci abbracciamo come amici di vecchia data. Anche questo è il r’n’r, ed è la parte che mi piace di più dell’intera faccenda. Ci beviamo un paio di birre in un tavolo all’aperto. Ad un certo punto arriva anche Dario, l’altro 50% della Saturno Records, nonché cantante-chitarrista dei Picoletones, band in cui Nacho suona il basso. Non facciamo alcuna difficoltà nel comunicare tra inglese, spagnolo, italiano, persino dialetto abruzzese. Alla fine Nacho paga da bere, mi regala due 7” dell’etichetta e una fantastica spilla extra large con su scritto “I Love Saturno”. Faccio di tutto per contribuire ma non c’è verso. Tornando in hotel felice come un bambino, mi metto a fischiettare la famosa canzone della gita scolastica. E penso che le ragazze di Siviglia dovrebbero fare davvero a gara per pigliarsi uno come Nacho.
Nacho, amico mio, quando e come sei stato morso dalla tarantola del rock’n’roll?
Be’, in realtà è successo molto tardi. Nonostante sia appassionato di musica pop e roba vecchia da un sacco di tempo, la tarantola del rock’n’roll, come la chiami tu, non mi ha morso finché io e Dario non abbiamo avuto occasione di conoscere Ernesto Ronchel e la sua fantastica band garage-beat, The Del Shapiros. Era il 2006. Da allora il rock’n’roll in tutte le sue forme e manifestazioni (dischi, concerti, studi di registrazione, ecc.) è diventato la mia vita.
Della scena garage-punk spagnola ho sempre avuto un’idea di forte adesione ai Sixties più che al punk ’77. Penso ai Doctor Explosión ma anche a Wau Y Los Arrrghs, fino ad arrivare ai The Smoggers, peraltro di Siviglia.
Sì, penso che tu abbia assolutamente ragione. La chiave sono proprio i Doctor Explosión. A partire dai primi anni ’90 sono stati una grande influenza in Spagna per tutti quelli coinvolti nel r’n’r: mods, punk, garagers, anche gli appassionati di indie-rock. E ancora oggi continuano ad essere una grande influenza. Pensa solo all’impressionante lavoro che Jorge Explosion sta facendo con il suo studio, il Circo Perrotti. Inoltre Felix organizza l’Euroyeyé Festival da 20 anni. Indubbiamente l’ombra dei Doctor Explosión è piuttosto lunga, loro erano/sono del tutto dentro i Sixties. Wuau y los Arrrghs (a proposito, di recente hanno suonato a Siviglia ed hanno fatto uno show killer!) e gli Smoggers sono i rappresentanti di una scena un po’ diversa, più garage-punk-revival anni ’80, sulla scia di Fuzztones, Gruesomes e roba del genere… comunque certamente più Sixties che punk ’77.
A proposito: c’è differenza tra il nord e il sud della Spagna?
Non direi che ci sono differenze tra il nord e il sud dal punto di vista delle band e dei generi musicali. L’unica differenza è “quantitativa”, quella sì: come in Italia il nord è più ricco e più freddo. Lassù ci sono più locali e posti dove suonare, quindi la scena è più estesa.
L’etichetta all’inizio si chiamava Monterrey Records: come è organizzata la label e perché avete deciso di cambiare nome in Saturno Records?
È partito tutto nel 2007 quando io e Dario abbiamo aperto un video-club a Siviglia: un posto dove si incontravano persone coinvolte nella musica, nell’arte, nello showbiz della città. Per qualche anno abbiamo organizzato un Festival estivo con un sacco di concerti… sai, una cosa tira l’altra. Abbiamo realizzato che dovevamo mettere su un’etichetta in furgone, destinazione Gijon, eravamo con i Del Shapiros per registrare il loro primo album. “Organizzazione” non è la parola corretta per descrivere la nostra etichetta, jajaja… Non riusciamo a viverci, facciamo altri lavori per cercare di fare il nostro meglio con la Saturno. Ti posso dire che Dario è il computer-guy mentre io sono l’e-mails-guy. Lui si occupa della grafica, del sito web e di tutta la merda simile. Io sono lì a scrivere migliaia di e-mail tutto il giorno. Nel momento dei party, dei concerti e delle registrazioni lavoriamo come un’unica persona: un’unica persona ubriaca. Abbiamo dovuto cambiare nome perché a Valencia c’è un negozio di dischi che si chiama Monterrey di cui non eravamo a conoscenza. I tipi hanno minacciato azioni legali così siamo volati verso Saturno.
Nel 2009 avete fatto esordire i Frowning Clouds prima con un 7” EP targato Monterrey e poi con il primo album sotto il nuovo marchio Saturno. Come avete scoperto i ragazzi australiani? Erano giovanissimi allora…
Erano i tempi di MySpace: cazzo, mi mancano davvero quei giorni! Lì sopra c’era un sacco di bella musica senza tutte le stronzate di Facebook. Roi dei Phantom Keys ci ha detto di questi ragazzi di Geelong, in Australia, che sembravano venuti fuori da Back From The Grave così siamo andati subito ad ascoltarli sulla loro pagina e wow! Siamo rimasti letteralmente scioccati. Erano molto giovani, 14 anni o giù di lì, veri teenager che suonavano 60s garage e r&b come dovrebbe essere! Non si trattava di vecchietti vestiti tipo una rivista degli anni ‘60 fingendo di essere giovani (come il 90% delle garage band europee di quel momento). E poi avevano qualcosa di speciale e tonnellate di talento. Ci hanno mandato tre brani registrati dentro un negozio di dischi che ha chiuso le porte in modo da ottenere un suono in bassa fedeltà. Ricordo ancora quando ci è arrivato il master, era un cd-r con mp3 e un disegnino squallido di Zak.
E nel 2011 avete fatto esordire anche gli ottimi The Living Eyes. Direi che vi piace molto l’Australia…
E sì, amiamo la scena garage-punk australiana attuale! Per me è senza dubbio la cosa musicale più emozionante uscita fuori negli ultimi anni. Naturalmente ci piacciono i Frowning Clouds e i Living Eyes ma anche Cobbwebbs, Ausmuteants, Hierophants, Bonniwells, Straight Arrows, Wet Blankets, Leather Towell. Amico mio è una scena incredibile, davvero travolgente, e tu lo sai bene! Chissà cosa mangiano a Geelong e a Melbourne per produrre musica del genere…
Tra le ultime uscite dell’etichetta ci sono Miri May e Los Wallas, gruppi diversi tra loro ma entrambi molto interessanti.
Sono contento che ti piacciano. I Los Wallas sono una giovane band entusiasmante, parte integrante di una nuova scena garage spagnola con gruppi come The Parrots, Terrier, Los Nastys, quasi tutti di Madrid. Abbiamo pubblicato loro il 7” “La Playa” come premio per aver vinto il 1° Battle Of The Bands all’Euroyeyé Festival. I Los Wallas hanno una speciale abilità di scrittura e cantando in spagnolo non è facile per questo tipo di musica… credo che con l’italiano succeda la stessa cosa. Il singolo di Miri May è un gioiello, una delle migliori cose che abbiamo mai pubblicato. Il disco è prodotto, registrato, arrangiato e suonato quasi totalmente da Jacco Gardner. È un peccato che Miri non stia facendo molti concerti e quindi che il singolo non stia avendo la diffusione che merita: immagino lo dovremmo tenere come un gioiello nascosto.
Ultima domanda: tu e Dario suonate nei Picoletones. A quando la prima uscita in vinile? Cosa significa Picoletones? Sappi, amico mio, che In Italia vi aspettiamo a braccia aperte…
Jajaja, incredibile! Ci piacerebbe molto venire a suonare in Italia, speriamo ci sia da qualche parte un promotor abbastanza pazzo da portarci lì da voi. Per l’occasione potremmo cambiare nome in Surfer-carabinieri o Sbirri-tones. Picoleto è il nome gergale spagnolo della Guardia Civil, una sorta di polizia militare che indossa il tricornio e guida Land Rover. Sono sicuro che voi italiani potete farvi un’idea (immaginate qualcosa tra la guardia forestale e i toreri, nda). La nostra è una band surf-punk totalmente ispirata ai Mummies. Stiamo facendo un sacco di concerti in questo periodo, penso registreremo qualcosa in estate, che peraltro è il momento migliore per registrare un disco surf. In realtà non ce ne frega molto di quello che accadrà, suoniamo solo per divertirci.