Il punk’n’roll selvaggio degli splendidi rottami neozelandesi

THE CAVEMEN – Ca$h 4 Scrap (Slovenly Recordings)

Chi avrebbe scommesso un solo euro che i Cavemen potessero arrivare a tagliare il traguardo del quinto album in dieci anni d’attività? Gruppi di tal fatta (si) bruciano per gli eccessi o muoiono naturalmente dopo l’ennesimo disco uguale al precedente. Ma fateli voi dischi così brutali, scassati, sanguigni e soprattutto “credibili”, nonostante un immaginario da dannati del r’n’r abusatissimo che a loro – e a pochi altri – si perdona.

La buona notizia è che i rottami neozelandesi di Auckland, da diversi anni di stanza a Londra e oramai pilastri della variegata scuderia della “santa” Slovenly – questo è il terzo album sulla label statunitense del giramondo Peter Menchetti – aborrono sempre l’alta fedeltà. Che si tratti di correre con scarponi da carpentiere sull’autostrada punk (Booze Ciggies ‘N Drugs), spruzzare melodia r’n’r con un estintore oversize (Without You, Can’t Remember Your Name, Hanging Up), scendere nella cripta garage fatti come cammelli (Drug Man, Satan II) o abbandonarsi inermi al dondolio roots (Flowers On My Grave). Ça va sans dire che più parliamo di punk’n’roll selvaggio, oltre che un bel po’ bizzarro. E che Ca$h 4 Scrap e un altro di quei dischi da non farsi scappare.

Un commento su “Il punk’n’roll selvaggio degli splendidi rottami neozelandesi”

I commenti sono chiusi.