Cazzo all right! Andrew Moszynski e Chad Ross ancora ai controlli della cometa

In uno degli ultimi numeri di Sotto Terra intitolai la mia colonnina di recensioni “Volevo una casetta in Canadà”. Il pezzo attaccava così: “Con i suoi 80.000 abitanti di origine abruzzese Toronto è di fatto la seconda città dell’Abruzzo a un’incollatura da Pescara. Io stesso, che sono di Teramo, ho diversi parenti laggiù: ricordo che un’estate venne a trovarci una cugina di mia madre, s’affittò un’orribile Lancia Trevi e in uno slang assurdo chiese dove poteva parkare lu car. Forse per questo il Canada m’è sempre piaciuto. A casa ho più dischi di gruppi canadesi che inglesi”. Aggiungo che questa cugina di mia madre si chiama Marilena e faceva sganasciare quando ordinava il suo cono gelato al limone giornaliero prorompendo in un liberatorio “cazzo all right!”.

La colorita esclamazione la voglio dedicare a due tizi di Toronto, temo sconosciuti ai più, che si chiamano Andrew Moszynski e Chad Ross. Nella seconda metà degli anni ’90 hanno messo su quell’incredibile macchina da guerra garage rock dalle marcate tinte R&B chiamata The Deadly Snakes dove Chad si divideva tra chitarra, basso e mandolino, mentre Andrew percuoteva le pelli non disdegnando di dare il suo contributo alla terza chitarra. La loro laison musicale ha basi solide, insomma, rinsaldate nella breve ma efficacissima esperienza dei Quest For Fire con i quali hanno pubblicato due album tra il 2009 e il 2010 per Tee Pee Records.

Sempre sotto l’ombrello della storica etichetta newyorkese hanno continuato a sondare gli spazi celesti calpestando il terriccio psichedelico a nome Comet Control. Due album tra il 2014 e il 2016, poi uno stop durato quasi 6 anni. L’estate scorsa sono tornati e io, che di base sono un vecchio sognatore, ho subito pensato ai due professori dell’Università della Pennsylvania che nello stesso periodo hanno scoperto 2014 UN271, l’asteroide di una larghezza stimata tra i 100 e 200 km diretto a tutta velocità verso il sole. Ecco Inside The Sun è quella roba lì. Però senza fretta. Ok, l’iniziale Keep On Spinnin’ coi suoi 7 minuti ci catapulta dentro un vortice cinetico di heavy psych rock dalla progressione motorik e riff ipnotici che aprono come una mela la foschia shoegaze. Giusto il tempo di domare l’onda (Welcome To The Wave) che torna il super groove in groppa allo stoner adrenalinico di Secret Life. Ma fa caldo, dentro al sole. E il fuzz in punta di merletto prende il sopravvento nella ballata lunare Good Day To Say Goodbay. Così come la morbida, elegante, orchestrata grazia beatlesiana s’insinua nella conclusiva The Deserter.

Io e Andrew abbiamo deciso di scrivere e registrare il disco da soli. La maggior parte di quello che senti è stato eseguito da noi”, dice il cantante Chad Ross. Il controllo della cometa è ancora una questione a due. Questo è chiaro. Tuttavia è giusto ricordare anche la bassista Nicole Howell, il batterista Marco Moniz, il tastierista Jay Lemak e l’etereo violino di Sophie Trudeau dei Godspeed You Black Emperor.