I norvegesi BONK fanno casino, parecchio casino, sguazzano famelici nel caos e il bello sta nel fatto che paiono proprio essere a loro agio. Nel full length d’esordio Western Soul (Racing Junior/Goodfellas) mettono alla berlina tutto ciò che capita sotto tiro. Maltrattano l’hard detroitiano, il crossover, l’indie rock dei 90’s, l’elettronica, il death punk. Prendete il trittico iniziale: appena parte Front Page sembra di stare ad ascoltare un vecchio pezzo dei Clock DVA, finché non si inseriscono i Rage Against The Machine più incazzosi. Grooverman è invece un distillato puro di MC5/Stooges e alt garage di scuola nordeuropea. Sarah poi è semplicemente annichilente, se me l’avessero spacciata per una outtake del maestoso Bug dei Dinosaur Jr ci sarei cascato con tutte le scarpe. Per non parlare del Motown sound stuprato di Wasted Love, dell’arrembante post-punk con accenti motorheadiani di Policecar e del supervitaminico indie hard rock di Waiting In A Car. Solitamente chi mette così tanta carne al fuoco rischia di bruciarsi o peggio di buttar fuori un prodotto insipido, se non addirittura stucchevole. Non è il caso di Andreas Grøtterud e Leif Koren, i due tipacci ritratti in copertina che sembrano appena usciti da un qualsiasi centro di recupero tossicopendenze di Oslo. D’altronde questi qui prima di metter su la baracca Bonk si sono fatti le ossa (e scommetto molto altro!) in band deliranti denominate Kung Fu Girls e Anal Babes. Se siete predisposti ad ascoltare un gruppo che non solo salta gli steccati, ma che spesso e volentieri li travolge, be’… mi sa proprio che i Bonk fanno al caso vostro.
Il pezzetto che avete appena letto sarebbe dovuto essere su Punkster # 13 di marzo 2006 ma quel numero, per motivi a me sconosciuti, non ha mai visto la luce. Ve lo ripropongo nella speranza che qualcuno si incuriosisca e faccia suo il disco d’esordio di questi norvegesi pizzicati dalla tarantola!