Ho trascorso un gran bel week-end in famiglia. A oltre 400 km da casa ma in famiglia è il termine esatto. Intanto perché con me c’erano le due donne della mia vita, Barbara e Martina: la mia vera famiglia, appunto. E poi perché mi sono sentito a casa, nonostante i 400 km e rotti di cui sopra, divertendomi da morire. La scusa è stata la presentazione di Andare in cascetta allo Spring Rumble Festival di Siena. La chiamo “scusa” perché sono più interessato al prima, al dopo, alle chiacchiere fuori mano, agli incontri, alle dinamiche empatiche, alle pacche sulle spalle, al contorno insomma. Mi ha fatto un immenso piacere trascorrere del tempo con Nico che ha reso possibile tutto ciò e che ringrazio ancora di cuore per l’accoglienza; conoscere finalmente suo fratello Luca e poi Fabio “Billy Boy” (assieme nei sorprendenti The Dirtiest), Pete della Slovenly Records, Andrea che ci ha ospitati nel suo splendido B&B Santa Chiara, i ragazzi di Cacio & Pere dove si è tenuta la presentazione, Francesco e tutti gli altri della Corte dei Miracoli che hanno organizzato un festival coi controcazzi.
È stato bello abbracciare in terra senese concittadini di peso (e giuro che non c’è doppio senso) come Daniela, Cristina, Lorena e Gabriele, ovvero i/le Wide Hips 69 che peraltro hanno fatto un concertone esaltando tutti i presenti la sera di venerdì 29. Così come gli amici Chronics di cui mi sono gustato il live – che mi è piaciuto davvero molto – con il Toma sugli scudi, il Turci bene in arnese e il Felcini meravigliosamente sulle nuvole. Incontrare Daniela e Filippo degli ottimi Plutonium Baby, scambiare quattro chiacchiere su vecchie chitarre e batterie italiane con il master Michele Landi e rivedere Marco “Tony Rathskeller” all’opera con il suo nuovo, interessante progetto The Fish Revenge.
Mi ha talmente preso bene la faccenda del Festival che la seconda sera, sabato 30, mi sono persino lanciato in una session improvvisata leggendo il mio racconto Mo’ ti faccio piangere al microfono accompagnato proprio da Marco “Tony Rathskeller” al rullante e Nico alla chitarra (una fiammante Wandre Davoli Cobra della collezione di Michele): che ringrazio per l’opportunità e per la follia.
In questo giro di doverosi e sentiti ringraziamenti di certo dimentico qualcuno e mi scuso per questo. È stato tutto molto fregno. Pure troppo per essere vero. Grazie davvero. Grazie sul serio.
Ecco la spasa che ho fatto appena ho messo piede a casa.