Quel 45 giri di LOLITA trovato per caso…

Nel mezzo di uno strano clima che va da 0 a 15 gradi in un amen, trascorri un fine settimana a mettere un po’ d’ordine in casa, concedendoti la libertà di ascoltare musica diversa dal solito: vecchi vinili di classica, easy listening brasiliana strumentale, Pino Calvi, Werner Müller, Boston Pops Orchestra diretta da Arthur Fiedler, ecc. Tra faccende e faccenduole di poco conto trovi anche il tempo di flautare con le dita dentro una scatola di vecchi 45 giri da juke box e ne tiri fuori un mazzetto da far girare sul piatto, ché neanche ti ricordi che roba c’è. Dopo aver ascoltato I May Be Too Young di Suzi Quatro e Don’t Play Your Rock’n’Roll degli Smokie, Young Hearts Run Free della cantante soul-disco Candi Staton e Hideway di John Sebastian dei Lovin’ Spoonful, metti su un dischetto attirato più dal nome dell’interprete e dal titolo di una canzone che da altro. Lolita, W L’estate. Sul piatto inizia a girare una canzoncina del 1968 dall’appeal beat, gradevole ed estremamente leggera. Così ti sorprendi a dimenarti come un vecchio ragazzo ye-ye mezzo zoppo a causa di una fastidiosa, sinistra tallonite.

Ti chiedi allora chi sia mai questa Lolita. Appena inizi a cercare informazioni, sprofondi dentro una storia incredibile. Lolita è il nome d’arte di Graziella Franchini, una graziosa biondina nata nel 1951 in provincia di Verona. Minuta, sempre sorridente, con un viso tondo, due occhioni color mare e una fossetta marcata sotto il mento. Sembra la tipica compagna di classe dotata di un’innata sensualità acqua e sapone. Il maestro Franco Chiaravalle, che la scopre in uno spettacolo parrocchiale per voci nuove, le affibbia subito quel nome nabokoviano. La ragazzina ha tutto per farsi strada nel mondo della canzone nazional popolare. Ad appena 15 anni, nel 1966, vince il Festival di Pesaro e pubblica il 45 giri Matusalemme/La prima barba. Nel 1967 vince il Festival di Zurigo con la tristemente profetica La mia vita non ha domani e si fa notare al Festival di Lugano con il rifacimento di una vecchia canzone intitolata Come le rose. Nel 1969 vince la manifestazione Star of Italy che si svolge Capri e partecipa al Festival di Napoli addirittura con due pezzi, uno dei quali cantato in coppia con Peppino Di Capri. Lo stesso anno partecipa pure a Settevoci e a Un Disco per l’Estate dove torna nel 1970 e nel 1971. Nel 1972 assieme a Renato Rascel è la protagonista della pubblicità Carosello dell’aperitivo Very Cora Americano.

Il punto più alto della carriera lo raggiunge nel 1973 approdando in gara alla XXIII edizione del Festival di Sanremo in coppia con Claudio Villa: insieme cantano Innamorata io che per poco non arriva in finale (piccola curiosità: proprio quell’anno il Reuccio s’innamora di Patrizia Baldi, che sposerà nel 1975, lui 47enne lei appena 16enne: uno scandalo che accende il moralismo del Paese). Per Lolita sembra profilarsi una strada tutta in discesa. Invece è la fine. Di lei iniziano a perdersi le tracce. Negli anni successivi si arrabatta suonando nelle feste di piazza in provincia, fino alla decisione di trasferirsi a vivere a Lamezia Terme. Perché proprio in Calabria non lo so. Pare che da quelle parti abbia ancora un seguito tale da mantenersi a galla. Probabilmente non ha altre opzioni.

Nel paesone del catanzarese trova anche l’amore, d’altronde è solo una ragazza trentenne nel fiore dei suoi anni. Lui è un noto ginecologo del posto – un quarantenne divorziato e con un figlio – al quale si rivolge per interrompere una gravidanza non voluta “con uno dell’ambiente musicale”. Tra i due scoppia la passione. Ma il primo problema è che il rampante ginecologo è fidanzato con una giovane studentessa in medicina. Il secondo problema è che la giovane studentessa fa parte di una potente famiglia di ‘ndrangheta della piana di Lamezia Terme. Le due contendenti arrivano allo scontro frontale. O meglio, la giovane studentessa non riesce a farsene una ragione e pare che più volte affronti la cantante per intimarle di lasciar perdere il suo fidanzato finché, un venerdì sera tra la fine di marzo e i primi di aprile del 1986, si reca minacciosa a casa di Lolita dove sa di trovarla in compagnia del ginecologo. Nel villino del complesso residenziale “La Marinella” a due passi dalla spiaggia, la studentessa arriva con la madre sessantenne. Le cronache raccontano che in casa scoppia subito il parapiglia e che le due donne inferocite aggrediscono Lolita addirittura con una barra di ferro (presumibilmente l’asta del cambio della macchina della studentessa).

Un bruttissimo episodio di intimidazione mafiosa. Ma nulla in confronto al tragico epilogo di questa incredibile vicenda. Domenica 27 aprile 1986 Graziella Franchini/Lolita ha un concerto nella piazza di San Leonardo di Cutro, in provincia di Crotone. Non ci arriverà mai. La mattina seguente viene ritrovata senza vita nel bagno del suo villino. Barbaramente trucidata. Il suo corpo si presenta sfigurato con ecchimosi, lesioni, tagli, segni contusivi, diverse fratture, il volto tumefatto e il pube squarciato. Le indagini s’indirizzano subito verso la giovane studentessa Teresa Tropea e la madre Caterina Pagliuso, ma le due donne lametine vengono assolte con formula piena in tutti e tre i gradi di giudizio: un’esaustiva ricostruzione dell’intera vicenda e delle controverse fasi processuali si può leggere qui . Del caso di cronaca nera si occupa anche la trasmissione Telefono Giallo di Corrado Augias che nel 1989 dedica un’intera puntata alla tragica fine di Lolita. Tra i tanti ospiti in studio anche un commosso Franco Chiaravalle (il maestro che scoprì la cantante veneta) e una sicura, algida, distaccata, lucidissima Teresa Tropea (contendente in amore e principale indagata): potete vederla qui.

Mi insegnasti tutto dell’amore/Tutto il bene e il male per il cuore/Ma poi, ma poi finì tra noi/La mia vita non ha domani

I miei 50 dischi e dischetti del 2022

Semplice semplice. 30 + 15 + 5 fa 50. Come i miei anni. E questi sono i 50 dischi e dischetti che ho ascoltato/amato di più nel corso del 2022. In rigoroso ordine alfabetico. Buon anno e buona musica.

30 album stranieri

ARTSICK “Fingers Crossed” (Slumberland)

THE BLACK ANGELS “Wilderness Of Mirror” (Partisan)

BLACK LIPS “Apocalypse Love” (Fire)

BODEGA “Broken Equipment” (What’s Your Rupture?)

THE CHATS “Get Fucked” (Bargain Bin)

THE COOL GREENHOUSE “Sod’s Toastie” (Melodic)

THE DELINES “The Sea Drift” (Decor)

DELIVERY “Forever Giving Handshakes” (Spoilsport/Anti Fade/Feel It)

DITZ “The Great Regression” (Alcopop!)

DOE ST “Doe St” (Legless)

FONTAINES D.C. “Skinty Fia” (Partisan)

GLAAS “Qualm” (Static Shock)

HOORSEES “A Superior Athlete” (Howlin’ Banana/Kanine)

HOVERIII “A Round Of Applause” (The Reverberation Appreciation Society)

LE MAMØØTH “Tantrum” (Six Tonnes De Chair)

MAIORANO “LUNA NOVA” (Something Beautiful)

NIGHTSHIFT “Made Of The Earth” (Trouble In Mind)

PACK RAT “Glad To Be Forgotten” (Drunken Sailor)

PINCH POINTS “Process” (Mistletone/Exploding In Sound/Erste Theke Tonträge)

R.E. SERAPHIN “Swingshift” (Dandy Boy/Safe Suburban Home/Mt. St. Mtn.)

REVEREND BEAT-MAN AND THE UNDERGROUND “It’s A Matter Of Time” (Voodoo Rhythm)

ROMERO “Turn It On!” (Feel It/Cool Death)

SICK THOUGHTS “Heaven Is No Fun” (Total Punk)

SMIRK “Material” (Feel It)

SPLIT SYSTEM “Vol. 1” (Legless/Drunken Sailor)

STRANGE COLOURS “Future’s Almost Over” (Slovenly)

STRAW MAN ARMY “SOS” (La Vida Es Un Mus/D4MT Labs Inc. Neurosonic Research)

UNIK UBIK “I’m Not Feng Shui” (Humpty Dumpty)

VINTAGE CROP “Kibitzer” (Anti Fade/Upset The Rhythm)

YARD ACT “The Overload” (ZEN F.C./Island)

15 album italiani

BEBALONCAR “Suicide Lovers” (Rubber Soul)

BRADIPOS IV “Bradipos IV” (Hi-Tide Recordings)

CHRONICS “Do You Love The Sun?” (Mod Platters/Puke n’ Vomit)

THE COGS “White Boy White Girl” (Bad Man)

DADAR “Iron Cage” (Goodbye Boozy)

THE DELINQUENTS “Too Late Too Little Too Loose” (Take The City)

GREY BLUE ASHES “Shallow People” (Otitis Media)

HAKAN “Hakan Manifesto” (One Chord Wonder)

LEATHERETTE “Fiesta” (Bronson)

THE LINGS “The Lings” (Slack/Kool Kat)

THE MIDNIGHT KINGS “Last Chance To Dance” (Wild Honey)

NOT MOVING L.T.D. “Love Beat” (Area Pirata)

OSSI “Ossi” (Snowdonia)

THE PROCRASTINATORS “Amazing” (Burning Sound/Sour Grapes)

THE STRANGE FLOWERS “Crossing A Wasteland” (Rubber Soul)

5 singoli / EP

CLASS “Class” (Feel It)

GEE TEE VEE “Halloween 21” (Goodbye Boozy)

THE MINNEAPOLIS URANIUM CLUB “Two Things At Once (Again)” (Strange Lords LLC)

MOAR “Flatfoot” (Belly Button/Zoe Zoe/Permanent Freak/Ronny Rex)

NEUTRALS “Bus Stop Night EP” (Static Shock)

49 anni x 49 album (2021)

Il tempo (s)corre. I numeri si fanno sempre più pesanti e il giochetto sull’età non può che andare avanti. Non si tratta dei 49 album più belli del 2021: non ho di queste pretese. Solo degli album che ho ascoltato con più piacere e in certi casi con più sorpresa. Buon anno e buona musica.

1. TROPICAL FUCK STORM “Deep States” (Joyful Noise)

2. PIST IDIOTS “Idiocracy” (Space 44)

3. MINI SKIRT “Casino” (Erste Theke Tonträger)

4. THE HECK “Heck Yeah!!” (Soundflat)

5. NIGHT BEATS “Outlaw R&B” (Fuzz Club)

6. DINOSAUR JR “Sweep It Into Space” (Jagjaguwar)

7. PARQUET COURTS “Sympathy For Life” (Rough Trade)

8. KIWI JR. “Cooler Returns” (Sub Pop)

9. HOORSEES “Hoorsees” (Howlin’ Banana/In Silico/Kanine)

10. DRY CLEANING “New Long Leg” (4AD)

11. POWER SUPPLY “In The Time Of The Sabre-Toothed Tiger” (Anti Fade/Goner)

12. HEIMAT “Zwei” (Teenage Menopause/Cry Baby)

13. DEGURUTIENI “Dark Mondo” (Voodoo Rhythm)

14. JOHN PAUL KEITH “The Rhythm Of The City” (Wild Honey)

15. AMYL AND THE SNIFFERS “Comfort To Me” (Rough Trade/ATO)

16. THE MONSTERS “You’re Class, I’m Trash” (Voodoo Rhythm/Slovenly/Sounds Of Subterrania)

17. NIGHTSHIFT “Zöe” (Trouble In Mind)

18. SURFBORT “Keep On Truckin’” (Inner Freak)

19. VIAGRA BOYS “Welfare Jazz” (Year0001)

20. STRANGE COLOURS “Future’s Almost Over” (Slovenly)

21. SPEED WEEK “Hey Hey It’s Speed Week” (Legless)

22. BORED SHORTS “Way Off!” (Spunk!)

23. PLASTER OF PARIS “Lost Familiar” (Psychic Hysteria)

24. THE BREAKBEAST “Monkey Riding God” (Overdrive)

25. WHY BOTHER? “A Year Of Mutation” (Feel It)

26. DAMON ALBARN “The Nearer The Fountain, More Pure The Stream Flows” (Transgressive)

27. JAMIE AND THE NUMBERS “You Don’t Love Me” (Super Fly Belfast)

28. HEY SCENARIO “Hey Scenario” (Pentagon)

29. SPRINGTIME “Springtime” (Joyful Noise)

30. COLLETTIVO GINSBERG “Kintsugi” (Ribéss)

31. S:BAHN “Queen Of Diamonds” (Polaks)

32. WURLD SERIES “What’s Growing” (Melted Ice Cream/Osborne Again/Meritorio)

33. THE FLORETS “Permanent Glow” (Autoproduzione)

34. BLAK SAAGAN “Se Ci Fosse La Luce Sarebbe Bellissimo” (Maple Death/Kakakids)

35. CRIMI “Luci E Guai” (Airfono)

36. THE LIPSCHITZ “Chevron” (Company Businesses Inc™)

37. PANTHER MARTIN “Peems” (Autoproduzione)

38. LEOPARDO “Malcantone” (SDZ/Le Pop Club/Feel It)

39. ALIEN NOSE JOB “Paint It Clear” (Anti Fade/Feel It)

40. IDLES “Crawler” (Partisan)

41. MÄSH “Mäsh” (Wanda)

42. RIK AND THE PIGS “The Last Laugh” (Lumpy)

43. THE THIRD SOUND “First Light” (Fuzz Club)

44. QLOWSKI “Quale Futuro” (Maple Death/Feel It)

45. MONDO WAVE “Quarantine Dream” (Monster Zero)

46. GIACOMO TONI “Ballate Di Ferro” (L’Amor Mio Non Muore)

47. MARK & THE CLOUDS “Waves” (Gare Du Nord)

48. BARMUDAS “Every Day Is Saturday Night” (Area Pirata)

49. MICHELE ANELLI “Sotto Il Cielo Di Memphis E Altre Storie” (Delta/La Distro)

48 album del 2020

Nel 2020 ho compiuto 48 anni e la sagra continua, come cantava Lou X. Ecco i 48 dischi che mi hanno fatto più compagnia durante questo anno balordo (+ altri 5 album italiani di straforo).

35 album stranieri

1. THE COOL GREENHOUSE “The Cool Greenhouse” (Melodic)

2. ROLLING BLACKOUTS COASTAL FEVER “Sideways To New Italy” (Sub Pop)

3. THE CHATS “High Risk Behaviour” (Bargain Bin/Cooking Vinyl)

4. IDLES “Ultra Mono” (Partisan)

5. STIFF RICHARDS “State Of Mind” (Legless/Drunken Sailor)

6. BRAT FARRAR “Adventures In The Skin Trade” (Beast)

7. HOLY WAVE “Interloper” (The Reverberation Appreciation Society)

8. SPECIAL INTEREST “The Passion Of” (Thrilling Living/Night School)

9. TRUE SONS OF THUNDER “It Was Then That I Was Carrying You” (Total Punk)

10. FONTAINES D.C. “A Hero’s Death” (Partisan)

11. DESTINATION LONELY “Nervous Breakdown” (Voodoo Rhythm)

12. CHUBBY & THE GANG “Speed Kills” (Static Shock)

13. COCKTAILS “Catastrophic Entertainment” (Alien Snatch!/Wizard+Potions)

14. SCIENCE MAN “Science Man II” (Big Neck/Swimming Faith)

15. CATHEDRALE “Houses Are Built The Same” (Howlin’ Banana)

16. IZZY & THE BLACK TREES “Trust No Me” (Antena Krzyku)

17. RAVI SHAVI “Special Hazards” (Almost Ready)

18. COOL JERKS “England” (Night Versus Day/Tapetalks)

19. VINTAGE CROP “Serve To Serve Again” (Anti Fade/ Upset! The Rhythm)

20. THE SATANIC TOGAS “X-Ray Vision” (Goodbye Boozy)

21. SMARTS “Who Needs Smarts, Anyway” (Anti Fade/Feel It)

22. TONY DORK “Struggle Street” (Legless)

23. COACH PARTY “Party Food” (Chess Club)

24. THE STROPPIES “Look Alive!” (Tough Love)

25. ZOMBEACHES “Cheers To The Future” (Buttercup)

26. POTTERY “Welcome To Bobby’s Motel” (Partisan)

27. THE HOMESICK “The Big Exercise” (Sub Pop)

28. L.A. WITCH “Play With Fire” (Suicide Squeeze)

29. X “Alphabetland” (Fat Possum)

30. THE SPYRALS “Same Old Line” (Fuzz Club)

31. THE HANNAH BARBERAS “Into The Wild” (Spinout Nuggets/Gazer Tapes)

32. ADULKT LIFE “Book Of Curses” (What’s Your Rupture?)

33. GIRLATONES “Horn If You’re Honky” (Meritorio/Lost And Lonesome)

34. LITHICS “Tower Of Age” (Trouble In Mind)

35. BOOTCHY TEMPLE “In Consummated Bloom” (Howlin’ Banana/Safe In The Rain)

10 album italiani

1. BEE BEE SEA “Day Ripper” (Wild Honey)

2. HALLELUJAH! “Wanna Dance” (Maple Death)

3. MOVIE STAR JUNKIES “Shadow Of A Rose” (Teenage Menopause)

4. MANIAXXX “The Last Nightmare Of Captain Mission” (Beast)

5. GOLDEN SHOWER “Dildo Party” (Area Pirata)

6. THE DIRTIEST “Sovranista” (Slovenly)

7. BIG MOUNTAIN COUNTY “Somewhere Else” (Porto)

8. GLI SPORTIVI “Special Breakfast” (Flue)

9. WASTED PIDO “Wasted Pido Ghost Revenge” (Macina/Burning Sound/Dead Music/Road Sweet Road/Rotten Babuino)

10. BRAVATA “Bravata” (White Zoo)

+ altri 5 album italici, dai… DAYGLO DEMONS “Dayglo Demons” (Fakirs Bay Autoproduzione), MOTOSEGA “Another Lost Chance To Shut Your Mouth” (Slack/Sonatine/Tuscia Clan/ControCanti/DIY Kambo/Distrozione), THE MANGES “Punk Rock Addio” (Striped), NERO KANE “Tales Of Faith And Lunacy” (Nasoni/Bloodrock/Anacortes), SDH “Mad Show” (SHAM Foundation)

… infine 3 album “pop” cantati in italiano

LILA ENGEL “Labirinti/Lallazioni” (Skank Bloc)

PERTURBAZIONE “(dis)amore” (Ala Bianca)

UMBERTO PALAZZO “L’eden dei lunatici” (Autoproduzione/Diggers Factory)

47 morto che parla: i miei migliori album del 2019

Ecco l’immancabile classificone di fine anno. Ho 47 anni e questi sono i 47 album che hanno solleticato di più i miei padiglioni auricolari nel 2019. Di molti ho scritto su Rumore. Ascoltateli, se potete.


1. PIST IDIOTS TICKER (AUTOPRODUZIONE)
“Due EP alle spalle e ora un terzo mini album di sette pezzi che li pone tra i migliori interpreti del garage r’n’r in senso molto lato. Una marea che monta e spazza via tutto”
2. AMYL AND THE SNIFFERS AMYL AND THE SNIFFERS (ROUGH TRADE/ATO)
“Undici pezzi che entrano in tackle scivolato, tagliando letteralmente le gambe. Impossibile abbassare il livello di adrenalina”
3. URANIUM CLUB THE COSMO CLEANERS (STATIC SHOCK)
“La cosa migliore l’ho letta in una recensione che dice: “C’è la netta sensazione che gli Uranium Club si sentano più intelligenti di te”. Non è una sensazione, tantomeno una pretesa, è la verità”
4. TROPICAL FUCK STORM BRAINDROPS (JOYFUL NOISE RECORDINGS/FLIGHTLESS)
“Un miscuglio di chitarrismo sghembo ed elettronica imperfetta, afro beat, soul distopico e spoken word ipnagogici tra ESG e Sleaford Mods con testi alla Kurt Vonnegut”
5. DOTS WEEKEND OFFENDER (SLACK)
“A due anni da Hangin On A Black Hole i mantovani tornano a sorprendere con un secondo album che WOW! Se c’è qualcuno in Italia capace di restituirci i Beastie Boys di Sabotage, innalzando il cazzeggio a disciplina accademica, sono di certo loro”
6. ET EXPLORE ME SHINE (VOODOO RHYTHM)
“Il trio di Harleem, Olanda del nord, fa vibrare space garage psichedelico farcito di fuzz restandosene ai margini. Questo è il primo album in quasi vent’anni d’attività, ma l’attesa è stata pienamente ripagata. Citando il sommo Celenza: Ollolanda che disco!”


7. WIVES SO REMOVED (CITY SLANG)
“Cosa c’è di nuovo? Assolutamente nulla. C’è un gran buttato via nella voce indolente di Jay Beach, c’è della lattiginosa precarietà, c’è il r’n’r dal motore a scoppio, c’è la chitarra singhiozzante, c’è la melodia acidula e lo-fi che sa di canzoni meravigliose di cui non ricordiamo i titoli. C’è che mischiano molto bene le carte”
8. THE STROPPIES WHOOSH! (TOUGH LOVE)
“Gli Stroppies ci fanno ripiombare con tutte le scarpe nel piccolo mondo antico della Flying Nun Records, fatto di armonie garbate ma comunque acidule e graffianti”
9. EDDY CURRENT SUPPRESSION RING ALL IN GOOD TIME (CASTLE FACE)
10. WOLFMANHATTAN PROJECT BLUE GENE STEW (IN THE RED)
11. JEREMY TUPLIN PINK MIRROR (TRAPPED ANIMAL)
“Il cantastorie del Somerset torna sulla terra con un album che pesca con una mano nell’autobiografia con l’altra nei temi sociali. Musica evocativa, spirituale, intensa, eppure estremamente pop e armoniosa. Una rarità trovare nel cantautorato un bilanciamento così compiuto di integrità e mistero, emotività e humour”
12. LOVE TRAP ROSIE (WILD HONEY)
“Poesia minimalista, flusso di coscienza e melodie beatlesiane soffocate nella culla. In lontananza si scorge una sagoma caracollante che fai fatica a capire se è Nick Cave o il sosia anoressico di Elvis”


13. CORNER BOYS WAITING FOR 2020 (DRUNKEN SAILOR)
“I ragazzi dell’angolo pubblicano l’album della conferma, tirando fuori dal cilindro dieci pezzi uno più anthemico dell’altro che stimolano il sistema nervoso simpatico con un punk melodico ma comunque ruvido, capace di tenere costantemente alti i livelli di adrenalina”
14. THE CAVEMEN NIGHT AFTER NIGHT (SLOVENLY)
“Come suonerebbe un gruppo r’n’r dei primi anni 60 completamente sfatto alla festa di una confraternita studentesca incline a iniziazioni violente? Semplice: come i 13 pezzi del quarto album dei selvaggi neozelandesi”
15. SENZABENZA GODZILLA KISS! (BAD MAN/STRIPED)
“Un mix perfetto di freschezza ed esperienza, Ramones da una parte e Beatles dall’altra. Un suono derivativo ma così riconoscibile, anche nella voce di Nando, da essere un marchio di fabbrica. Come cantano in We Never Get Played On The Radio, un mistero che siano rimasti solo un gruppo di culto”
16. DIIV DECEIVER (CAPTURED TRACKS)
17. R.M.F.C. HIVE – VOLUMES 1 & 2 LP (ERSTE THEKE TONTRÄGER)
“L’acronimo sta per Rock Music Fan Club, lui è Buz Clatworthy: un annoiato millennial punk australiano che ha consumato i dischi di Jay Reatard senza farsi le pippe su cos’è punk e cos’è indie”
18. REVEREND BEAT-MAN AND IZOBEL GARCIA BAILE BRUJA MUERTO (VOODOO RHYTHM)
“La musica che vorrei ascoltare quando percorrerò il viale che conduce all’altro mondo”


19. BOOJI BOYS TUBE REDUCER (DRUNKEN SAILOR)
“Immaginate i Guided By Voices che si danno appuntamento con gli Hüsker Dü a casa di Greg Lowery alle prese con le prime prove dei Supercharger in uno scantinato dove campeggia il poster gigante dei Creedence Clearwater Revival”
20. AUSMUTEANTS … PRESENT THE WORLD IN HANDCUFFS (ANTI FADE)
“Un incredibile concept su un poliziotto violento. Da Hate The Police dei Dicks a Police Story dei Black Flag, il punk ha denunciato spesso la brama di controllo, la corruzione e l’abuso di potere delle forze dell’ordine. Ma questo è un quadruplo salto mortale e mezzo carpiato”
21. ALLAH-LAS LAHS (MEXICAN SUMMER)
22. SANTAMUERTE KONOKONO (GO DOWN/MIACAMERETTA)
“Il gruppo di Mola di Bari ha alzato l’asticella. È evidente sin dalla botta d’elettricità hard garage My Pills più Oh Sees che Black Lips, a cui i nostri sono spesso accostati”
23. SURF CURSE HEAVEN SURROUNDS YOU (DANGER COLLECTIVE)
“Non sono un grande fan dell’indie pop edulcorato da cameretta, eppure questi due mi hanno rapito con la loro eleganza epica d’altri tempi
24. UV RACE MADE IN CHINA (AARGHT!)
“Falce e martello nel centrino del vinile, inserto con testi in cinese, una copertina che sembra opera di Remo Squillantini risucchiato dalle pagine di Bret Easton Ellis. Gli Uv Race sono una delle più strane band australiane di area post punk”


25. GOOFY AND THE GOOFERS EDILPITTURE ORLANDI & F.LLI OMEZZOLLI (WALKMAN)
“Otto pezzi come sampietrini punk in mezzo a una gragnòla di wah wah, decelerazioni funk, coretti dall’armonia acidula soffocati dagli spasimi, noise blues a doppi giri e solenne melodia weird”
26. THE ORWELLS THE ORWELLS (AUTOPRODUZIONE)
27. THE WORLD REDDISH (MICROMINIATURE/LUMPY)
“I World sono un bizzarro collettivo artistico di Oakland a trazione femminile, delle tre donne in formazione una suona persino due ridicoli bonghetti e un campanaccio con le bacchette”
28. THE COWBOYS THE BOTTOM OF A ROTTEN FLOWER (FEEL IT)
“Melodia a catinelle, echi Paisley Underground, chitarre acustiche, surf, falsetti e la malinconia sottopelle di un Townes Van Zandt cresciuto a botte di hardcore punk”
29. RAVI SHAVI BLACKOUT DELUXE (ALMOST READY)
“La miscela di classic punk, indie moderna e new wave con una botta di r’n’r fa dei Ravi Shavi la punta più acuminata del garage pop di oggi”
30. THE HECK WHO? (DIRTY WATER)
“Un’idea di garage punk sonico e affilatissimo così lontano così vicino dai padri del genere”


31. FONTAINES D.C. DOGREL (PARTISAN)
32. TH DA FREAK FREAKENSTEIN (HOWLIN’ BANANA/BORDEAUX ROCK/FLIPPIN’ FREAKS)
“Il ragazzo di Bordeaux tesse un album di psichedelia indie pop dai colori autunnali, notevole per la scrittura mai fuori misura e per la giocosa saudade in filigrana”
33. UNOAUNO BARAFONDA (RIBESS)
“Rispetto al promettente esordio sono evoluti senza spostarsi di un millimetro. Mi spingo a dire che sono tra i più credibili’parlatori rock’ italiani degli ultimi vent’anni”
34. UROCHROMES TROPE HOUSE (WHARF CAT)
“Il duo chitarra, voce e drum machine del Massachusetts finalmente incanala la violenza hardcore e post punk dentro un vero album che è un campo minato con schegge di sperimentazione a mo’ di dardi infuocati”
35. INUTILI NEW SEX SOCIETY (AAGOO)
“Gli Inutili sono ancora uno dei segreti meglio custoditi del nostro rock alternativo. Certo non aiuta l’indole appartata e un’attitudine free punk che s’infrange sugli spigoli acuminati del noise d’avanguardia”
36. CEREAL KILLER BEGINNING AND END OF CEREAL KILLER! (ANTI FADE/DRUNKEN SAILOR)
“Un album hardcore punk profondamente moderno, arcigno, storto, lo-fi. Un paio di punti in più perché coglionano il prossimo appellandosi Geelong stadium rock band


37. ANDY HUMAN & THE REPTOIDS PSYCHIC SIDEKICK (TOTAL PUNK)
“Post punk obliquo ma così maturo da non dover cedere al cliché dell’aggressività, robotico, spruzzato di psichedelica sulfurea, che segue le orme di Devo e Gang Of Four impresse sull’argilla molle del suolo lunare”
38. COSMONAUTS STAR 69 (FUZZ CLUB/BURGER)
“I losangelini ciondolano in quella terra di mezzo tra il garage punk e il dream pop, con l’arroganza degli Stone Roses tenuta a freno dalla droga dei Primal Scream dell’89-91 e la psichedelica stratificata degli Spacemen 3”
39. THE HUSSY LOOMING (DIRTNAP)
“Bobby e Heather Hussy ingrassano il suono e pigiano sull’acceleratore hard in quello che potrebbe essere l’album mai realizzato di Kim Shattuck assieme ai Mudhoney”
40. THE KAAMS KICK IT (AREA PIRATA)
“Fanno musica fuori moda, musica di genere che, come la narrativa di genere, dai più viene considerata di serie B. Questo per dire che gli orobici sono gli Scerbanenco del garage punk, se capite cosa intendo”
41. JOSY & PONY EPONYME (FREAKSVILLE/ROCKERILL)
“Il groove zampilla tra flutti shoegaze sotto un cielo terso di psichedelia, con l’organo Sixties garage che tiene testa all’esuberanza French touch”

 

42. GONZO DO IT BETTER AGAIN (ANTI FADE)
“Saints ed Eddy Current Suppression Ring sono state due grandi rock band australiane. Dico rock non a caso. I ragazzi di Geelong ne seguono le orme, rifiutando le etichette punk, indie, psych, ecc.”
43. NEUTRALS KEBAB DISCO (EMOTIONAL RESPONSE)
44. MUDDY WORRIES THIRD DEGREE (ARAGHOST)
“Una balugine nel mezzo della foschia: questo è l’esordio lungo del trio bolognese d’adozione”
45. FERRO SOLO ALMOST MINE: THE UNEXPECTED RISE AND SUDDEN DEMISE OF FERNANDO – PART II (RIFF/WE WORK/FERNANDO DISCHI/AREA PIRATA/DEAMBULA)
46. NEW BERLIN MAGNET (GOODBYE BOOZY)
“Il secondo album del trio texano è asciutto, minimale, ultrabasico. Non c’è trucco e non c’è inganno in queste 11 canzoni che durano appena 17 minuti”
47. JESUS FRANCO & THE DROGAS NO(W) FUTURE (BLOODY SOUND FUCKTORY)
“Frattanto che la civiltà si sgretola i nostri Melvins di provincia, cresciuti a colpi di stoccafisso all’anconetana e Verdicchio dei Castelli di Jesi, continuano a menare r’n’r granitico liscio come pietra levigata dal mare”